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Pare sia verità: ci sono soggetti il cui corpo ha una risposta alla caffeina totalmente differente rispetto ai normali parametri di riferimento. Tutto sembrerebbe dipendere da un particolare enzima, la cui produzione in abbondanza è in grado di “annientare” gli effetti della caffeina fino al 95%. Praticamente un agente disinnescante.
La produzione di questo enzima dipende da un gene, il CYP1A2. Le persone che hanno una particolare versione di questo gene, sono in grado di metabolizzare molto rapidamente il caffè.
L’azione della caffeina sul sistema nervoso va di pari passo con la capacità di questa sostanza di fondersii con i recettori dei neuroni del nostro cervello. In particolare, la caffeina si lega con i neuroni che di solito vengono occupati da un neurotrasmettitore che si chiama adenosina. L’adenosina è in grado di innescare un processo che porta a provare una sensazione di stanchezza. Se i recettori dell’adenosina sono occupati dalla caffeina questo meccanismo non funziona e l’effetto è di sentirsi più svegli ed eccitati. È per questo che bere il caffè ha un effetto eccitante!
È possibile, quindi, dividere i consumatori di caffè in tre gruppi: quelli ad alta, a media e a bassa sensibilità al caffè. Chi ha una sensibilità elevata al caffè, avrebbe ricettori dell’adenosina che agevolano il legame con la caffeina, e la variante del gene CYP1A2 che tende a produrre minori quantità dell’enzima che metabolizza la caffeina. La sensibilità media sarebbe prodotta un’attività altamente bilanciata di metabolizzazione della caffeina e sensibilità nella risposta del sistema nervoso (sono, di norma, quelle persone che si attestano su un consumo giornaliero di 3/5 tazzine). La sensibilità bassa sarebbe, infine, l’effetto di una elevata capacità dell’organismo di liberarsi della caffeina grazie a grandi quantità dell’enzima prodotto dal gene CYP1A2 e in questo gruppo rientrerebbero le persone che possono bere il caffè anche la sera senza subire effetti sul sonno.