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Mondo
L’anima colta e antica di Firenze si scopre in ogni dove, si sa. Per rivivere le atmosfere e il fermento dei circoli letterari, ad esempio, basta sedersi al tavolino di uno dei suoi bar storici. Ecco dove.
Giubbe Rosse in Piazza della Repubblica
Più che un bar, un’istituzione. Il caffè letterario per eccellenza prende il nome dalla giacca scarlatta dei suoi camerieri, data la difficoltà di pronunciare il nome dei fondatori, i fratelli Reininghaus. Nasce nel 1896, ma lega la sua fama ai primi decenni del Novecento, quando diventa dimora fissa dei Futuristi.
Celebre resta la clamorosa rissa che vide affrontarsi artisti milanesi e fiorentini, così come indelebili rimangono le tracce del passaggio di scrittori e pittori all’interno del locale, che sarà frequentato anche da Montale e Pratolini. Meta obbligata per turisti bibliofili.
Caffè Giacosa in Via della Spada
Una leggenda che sorge su una leggenda. È il 1927 quando la premiata ditta Giacosa, fondata nel 1815, approda in via Tornabuoni. Il locale che va a occupare appartiene alla storica bottega Casodi, al cui bancone è nato il cocktail Negroni. La storia continua, e Giacosa resta un simbolo mondano della città fino alla chiusura, nel 2001.
Più che una fine un nuovo inizio: è lo stilista fiorentino Roberto Cavalli a rilevare il marchio, riaprendo il bar di fianco alla sua boutique. Con qualche tocco animalier in più, ma lo spirito di sempre.
Rivoire a Piazza della Signoria
Difficile immaginare una location migliore: di fronte a Palazzo Vecchio, dal 1872. Il Rivoire nasce come “Fabbrica di Cioccolata a Vapore” (il fondatore arrivava dritto dalla corte dei Savoia), ma diventa ben presto un ritrovo culto.
Lo è ancora, per i turisti che lo scelgono per la vista spettacolare, ma anche per i fiorentini che vogliono fare un tuffo nel passato, semplicemente sorseggiando un caffè.
Caffé Paszkowski a Piazza della Repubblica
Terzo vertice del triangolo d’oro di Piazza della Repubblica è un caffè-concerto dal nome impronunciabile e dall’allure inconfondibile, nato nel 1846. Ospita Prezzolini e D’Annunzio, affronta i danni dell’alluvione del ’66, e nel 1991 viene dichiarato monumento nazionale.
L’immancabile pianoforte continua a suonare, sotto lo sguardo dei turisti e dei cittadini in giro per negozi.