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Caffè, sabbia e mais tritato in sostituzione di componenti metallici: è questa la nuova avanguardia dei cosiddetti robot granulari, la cui caratteristica principale risiede in un motore fatto di materiali assai comuni e per lo più edibili, che rappresentano una valida alternativa per il futuro. Una delle realtà più accattivanti sta fiorendo in Italia, all’interno della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, la sede dove è stato costruito un endoscopio 'morbido', in grado di adattarsi alla forma degli organi nelle applicazioni, ad esempio, della chirurgia labaroscopica. Questo particolare strumento, anziché spostare gli organi come vorrebbe la prassi delle tecniche tradizionali, ha un comportamento ergonomico, col risultato di un minore impatto e una riduzione dell’invasività.
Il caffè sembra essere il materiale che funziona meglio, almeno nella costruzione del prototipo. L'idea è che l'endoscopio viene piegato con un sistema ad aria compressa che, letteralmente, rigonfia gli spazi vuoti. In questo modo, diventa possibile piegare lo strumento dove serve, facendolo orbitare intorno agli organi. Zucchero e sabbia sono invece alla base di un modello sperimentale nello studio dei polmoni dei neonati, mentre una futuristica mano meccanica, messa a punto nella Cornell University di New York, è piena di chicchi di mais: quando al suo interno viene immessa aria calda i chicchi esplodono tramutandosi in popcorn, costringendo le dita a piegarsi.
Sono, questi, tutti esempi di un filone di ricerca che è appena agli inizi e il cui obiettivo è la realizzazione di un passo in avanti per i cosiddetti robot soffici, in grado di adattarsi alle esigenze di impiego.
Quali saranno i materiali granulari più adatti è da stabilire. Ad oggi, i più adatti, si confermano essere il caffè e la sabbia; anche il sale ha dato i suoi buoni riscontri, grosso o fine che sia, mentre il riso non sembra essere soddisfacente, a causa della sua scarsa duttilità di impiego.